Friday, January 20, 2017

I fantasmi di Lubiana

Fantasmi e pulizie etniche dei Balcani

La storia che non conosci

Tratto dai libri : 
"Eroi o Criminali?" di Booksprint Edizioni. Autore Giovanni Consigli
"Italiani brava gente?" Edizioni Neri Pozza. Autore Angelo Del Boca


Isola di Rab (Croazia), notte di luna piena sul mare..... figure trasparenti su muovono sull'acqua formando un cerchio dentro il quale emerge dall'acqua una figura umana  .... nonostante la trasparenza della figura si comprende che si tratta di un fantasma femminile. Tutto intorno l'acqua ribolle formando un alto strato di schiuma bianca, centinaia di altre figure emergono dalla candida schiuma marina. Si forma presto un enorme cerchio di fantasmi intorno alla figura femminile ..... Anna, Anna, Anna, Anna... tutti la chiamano ... .... poi  un canto sommesso multivoci si diffonde leggerissimo ...... 

Anna La Bella di Lubiana

Una mattina mi son svegliata .....

oh bella ciao oh bella ciao, bella ciao, ciao, ciao .... 

una mattina mi son svegliata ed ho trovato l'invasor, 
e poi son stata portata via ....

oh bella ciao oh bella ciao, bella ciao, ciao, ciao ...

e poi son stata portata via, la mia Lubiana non rivedrò.
e qui son morta di fame e stenti ...

oh bella ciao oh bella ciao, bella ciao, ciao, ciao..

e qui son morta seviziata e mai più ritornerò, 
poi mi han gettata in fondo al mare

oh bella ciao oh bella ciao, bella ciao, ciao, ciao

poi mi han gettata in fondo al mare per non esister più
ma queste son l'onde di Anna bell'Anna ...

oh bella ciao oh bella ciao, bella ciao, ciao, ciao  .... 

Queste son l'onde di Anna bell'Anna, per non dimenticarla mai,
Queste son l'onde di Anna bell'Anna, per non dimenticarla mai


Questa canzone che noi conosciamo come "Bella ciao" è una canzone slava che fu ripresa e cambiata nelle parole, ed usata nella ex Yugoslavia durante i due anni e mezzo di feroce occupazione italiana dei Balcani. 
Dopo  il fatidico settembre 1943, questa canzone  fu "Rubata" dai soldati italiani, che avevano per 18 mesi sterminato sloveni e croati e che ora scappavano in Italia. Molti di quegli assassini seriali divennero partigiani e questa canzone divenne la bandiera della resistenza. Questa canzone che cantavano le popolazioni slave prima di essere ammazzate e torturate, fu usata per cancellare i crimini italiani e trasformare il vergognoso passato nazionale, in periodo epico ed eroico, su cui fondare la nuova Italia.

Anna è la bandiera di tutte le vittime della ferocia italiana ( solo in piccola parte fascista) nei Balcani tra marzo 1941 e settembre 1943. Sono stati commessi da soldati italiani comuni, migliaia di crimini mai conosciuti e nemmeno immaginabili, centinaia di migliaia di persone scomparse, scomparse nel nulla, mai esistite. Immani sofferenze di un numero imprecisato di vittime sulla intera costa balcanica sono state cancellate. Immani crimini divenuti inesistenti e gli assassini premiati, onorati .  Questo è un atto di giustizia necessario per Anna.


L'origine della Tragedia di Anna :
Ottobre 1940 l'esercito italiano invade la Grecia per prenderne possesso, ma la controffensiva ellenica ricaccia gli invasori fuori dal territorio nazionale e li confina in Albania.
Marzo 1941 Albania, l'esercito italiano è sul punto di soccombere ed a Belgrado un colpo di stato pone al comando della Yugoslavia un militare al servizio degli alleati angloamericani. Le sorti della alleanza italo tedesca sono in forte pericolo ed hitler é costretto ad inviare un corpo d'armata in soccorso dell'alleato italiano che sta per essere sconfitto, portando così il nemico sui confini tedeschi.
Aprile 1941 Grecia e Balcani :  l'esercito tedesco conquista ed occupa in 14 giorni tutta la Grecia ed i Balcani, l'alleato italiano è salvo e la minaccia di una invasione anglo americana è sventata.
Maggio 1941 Grecia e Balcani: Mussolini ottiene dall'alleato il controllo diretto di una parte dei territori conquistati dal esercito tedesco. Finiscono in mano italiana la maggior parte delle isole greche, la Dalmazia,  il Quarnaro, il Montenegro, il Kosovo e parte della Slovenia. Il sogno italiano di porre il dominio su tutta la costa balcanica stava realizzandosi.


Gli avvenimenti Criminali :
Diveniva prioritaria la italianizzazione forzata di tutta la costa, il progetto di pulizia etnica prendeva corpo

Lo stato maggior italiano distolse l'attenzione dal fronte africano per concentrarsi sulla tremenda Pulizia etnica dei Balcani ed a tale scopo vi inviò un corpo d'armata di 650.000 uomini.

oltre un milione di soldati italiani furono impegnati tra Balcani e Grecia, lasciando così il controllo del mediterraneo alla flotta inglese ed indebolendo il fronte africano il cui peso maggiore fu lasciato sulle spalle di Rommel . Una mossa fatale per l'Asse.
Ma allo stato maggiore italiano importava di più prendere possesso della costa greco balcanica

Quando la Stupidità è pure Criminale : 
Lo stato maggiore italiano per il proprio fine di impossessarsi del mare Egeo e della costa balcanica sterminando le popolazioni, tolse forza vitale ai punti nevralgici della guerra come il mediterraneo ed il fronte africano, decretando così la propria sconfitta e quella tedesca. 
L'esercito tedesco per correre in soccorso del alleato italiano e colmare tre enormi falle che esso aveva creato con le sue guerre di conquista, si trovò a dover sostenere tre enormi fronti : Balcani, Grecia, Nord Africa. Quel aiuto fu la mossa Fatale.
Grandi distanze, ma sopratutto l'inesistente presenza della marina e del aviazione italiana nel mediterraneo, permetteva il facile e continuo rifornimento del esercito anglo americano in Nord Africa. 
La partita si giocava sul mare mediterraneo, dove la posizione dell'Italia aveva tutti i migliori vantaggi per poterlo controllare
lo stato maggiore italiano invece se ne disinteressò ed impiegò un milione di soldati per italianizzare la costa balcanica e la Grecia, con stermini e deportazioni.
La sconfitta era così segnata e non valsero le gesta di Rommel, la sproporzione di forze in favore degli anglo americani divenne abissale con il mediterraneo sotto il loro controllo.
Intanto che Rommel e l'Africa Corp tedesca reggevano il fronte africano, qualcuno sulla costa balcanica faceva a gara col tempo per sterminare i popoli slavi e sostituirli con genti italiche. 

Il martirio dei Balcani da maggio 1941 al settembre 1943





Slovenia : mussolini e lo stato maggiore del esercito italiano erano già convinti che i confini italiani comprendessero già i territori sloveni ed erano disposti a concedere alla nuova regione italiana una sorta di benevole autonomia. Una autonomia però soggetta a fascistizzazione e sottomissione. Quando i primi ribelli iniziarono a dare fastidio accusarono quelle genti di ingratitudine ed iniziarono immediatamente le repressioni.  
Soldati vennero  inviati a distruggere senza alcuna pietà, ecco cosa scrivevano due di loro alle famiglie :Abbiamo distrutto tutto da cima a fondo senza risparmiare gli innocenti. Uccidiamo intere famiglie ogni sera, picchiandoli a morte o sparando contro di loro. Se cercano soltanto di muoversi tiriamo senza pietà e chi muore muore.” e poi ancora : “Noi abbiamo l'ordine di uccidere tutti e di incendiare tutto quel che incontriamo sul nostro cammino, di modo che contiamo di finirla rapidamente. 
Quando poi si capì che tutta la popolazione non si sarebbe sottomessa, allora si pensò di bonificare l'intera regione, deportando tutti gli abitanti. Mussolini non avrebbe rinunciato ad annettersi la Slovenia per nessun motivo, la regione doveva essere abitata da soli italiani, i cosidetti barbari non ne erano degni, andavano eliminati
Nella notte fra il 22 e il 23 febbraio 1942 le autorità militari italiane cinsero con filo spinato e reticolati l'intero perimetro di Lubiana, al fine di operate un rastrellamento completo della popolazione maschile della città, disponendo un ferreo controllo su tutte le entrate e le uscite. Il recinto era lungo ben 41 chilometri e nel suo corso vennero dislocati sessanta posti di guardia, nonché quattro stazioni fotoelettriche. La città venne divisa in tredici settori e furono raccolti 18.708 uomini e mandati in campo di concentramento. I comandi italiani a Lubiana instaurarono il regime del terrore, liquidando senza processo 21 gruppi di ostaggi per un assieme di 145 uomini. Furono assassinati col solo proposito di intimidire la popolazione, senza processo formale, senza prove di colpevolezza, vittime innocenti, arrestate dalle pattuglie militari nelle vie cittadine e passate per le armi .                                 Ma il peggio della repressione si sviluppò nelle campagna intorno a Lubiana, dove ogni villaggio fu incendiato, le popolazioni fucilate, impiccate, arse vive o deportate nei campi della morte. 
I soldati e gli ufficiali razziavano ogni cosa e poi incendiavano le abitazioni così che anche chi non era stato ucciso o catturato non aveva più sostentamento. I criminali responsabili di questi sistematici stermini, non sono mai stati ne processati ne puniti nonostante i loro nomi ed i loro ordini criminali siano noti e documentati. 
Sono il gotha del esercito italiano, i decorati generali mario roatta, mario robotti gastone gambara , taddeo orlando, alessandro maccario, vittorio ruggero, guido cerruti, carlo gherri, renzo montagna, umberto fabbri, gherardo magaldi, edoardo quarra, il commissario per la provincia di Lubiana, emilio grazioli. Ma non vanno dimenticati i governatori della Dalmazia tali giuseppe bestianinni e francesco giunta ed il governatore del Montenegro il criminale pirzio biroli.
Eclatante prova di tanta ferocia si riassume nella famosa circolare 3C a firma di mario roatta, indicava i sistemi per contrastare e liquidare i ribelli in Slovenia e Dalmazia. Si legge tra le tante assurde cattiverie l'ordine di incendiare villaggi, razziare tutto il possibile, fucilare ostaggi e deportare ogni possibile sospetto. Ordinava di rifiutare la qualità negativa del buonismo. 
Gli faceva eco il generale robotti che richiamava le sue truppe al rispetto degli ordini impartiti lamentando testualmente che in Slovenia si ammazza troppo poco. 
Non era da meno nemmeno il maggiore agueci quando ordinava ai soldati : Ubbidite agli ordini ! gli sloveni devono essere ammazzati tutti come cani e senza alcuna pietà. 
 Il motto e l'ordine preciso impartito era : 
Ammazza e porta via tutto perchè ciò che prendi e ben preso. 
L'incitamento alla strage al saccheggio era nelle precise direttive del comando militare. 
Il commissario civile Rosin del distretto di Longatico così descrive la situazione nel agosto del 1942 : Si procede ad arresti, ad incendi, a fucilazioni, senza un perchè. Nei paesi avvengono scene orrende pietose dove donne e bambini in ginocchio supplicano inutilmente i nostri soldati di non incendiare le case e di non uccidere i famigliari. Le fucilazioni in massa fatte a casaccio e gli incendi dei paesi fatti per il solo gusto di distruggere sono il gusto dei granatieri . I nostri soldati sfogano sui civili inermi la rabbia che non hanno potuto sfogare sui ribelli.
Le denunce di Rosin ( che fu poi mandato al confino), trovano riscontro nelle lettere che i soldati scrivevano a casa. Il 9 luglio 1942 il soldato lorenzo tamburini del 25° reggimento fanteria scriveva alla moglie : cara Tota, anche oggi siamo stati tradotti in treno a incdendiare due villaggi di ribelli , non riesco a descriverti il macello che abbiamo fatto, ma ho preso un gran bottino di abiti civili, scarpe, lenzuola, borse anche per te. Qualcosa ho già venduto perchè tra tre giorni attaccheremo un altro villaggio e non so dove mettere la merce, dovrò venderla. Gli ufficiali hanno sacchi pieni di roba , ma loro usano i muli......
Un altra testimonianza ce la fornisce il cappellano militare Don Pietro Brignoli , aggregato alla fanteria granatieri di sardegna che nel 23 luglio 1942 scriveva dopo l'attacco al paese di Kotel:
… “ma come lasciammo quel disgraziato paese.. lo lasciammo con vecchi senza figli, donne senza mariti, bambini senza padri, genti impotenti private delle case che erano state bruciate, completamente prive di mezzi di sopravvivenza, non avevano più stalle, pollai, campi, tutto era stato spogliato, li lasciammo ignudi a morire di fame”
Qualcuno sopravvisse alle deportazioni, quando ancora ci si preoccupava di più delle merci razziate che dei civili da deportare. Ma nel maggio del 1942 tutto accelerò e prese una valenza di sistematica pulizia etnica, quando roatta incontrò mussolini a Fiume e gli prospetto l'internamento di 30.000 sloveni in campi di concentramento che dovevano essere costruiti in fretta. Musssolini che già aveva approvato le deportazioni di centinaia di migliaia di civili in africa elogiò questo modo di procedere. Infatti già nel giugno del 1942 iniziarono le deportazioni sistematiche. Occorreva sgomberare il più possibile la zona di Lubiana per fare posto alle famiglie italiane e vennero inviati nella zona altri  60.000 soldati per la più efferata operazione di repressione e deportazione che sia mai stata fatta in slovenia. 
Per 5 mesi fino a novembre 1942 i soldati fecero a gara per uccidere, razziare, deportare civili nelle 31 prigioni a cielo aperto. La più tremenda fu costruita sul isola di Rab ( arbe in italiano ) una stupenda isola oggi meta turistica Croata, divenne un inferno per decine di migliaia di donne, vecchi bambini. 
Gli altri campi della morte erano disseminati dalla Slovenia al Albania : Melada, Mamula, Prevlaka, Cattaro, Zlarino,Kraljevica, Lopud, Kupari, Korica, Brac, Hvar . Gli altri campi erano situati in italia al Gonars, Visco, Monigo, Chiesanuova, e Renicci. Ma ne mancano ancora 13 al appello. 
In quei 5 mesi oltre 35.000 persone furono internate nei campi zeppi al inverosimile. Il resoconto della repressione durata due anni nella sola Lubiana, emerge da indagine di Tone Ferenc e del avvocato di Portorose, Dusan Puh, parla di 13.100 uccisi, 
Che dire di più ? Questi dati riguardano solo Lubiana e sono cifre tremende per una città, si può ben dire che ogni famiglia abbia avuto lutti e danni enormi. Noi italiani abbiamo il coraggio di celebrare le vittime delle foibe di Basovizza, e nasconderci queste ecatombi. 

Non meno feroci furono le repressioni in Quarnaro, in Dalmazia ed in Montenegro

Dalmazia entrò subito in vigore lo stato marziale, vennero tolte le scritte in Croato e proibiti giornali e manifesti e sciolte tutte le società . Istituiti i tribunali militari, in Dalmazia furono organizzate rappresaglie sui familiari di latitanti ribelli che portarono all'internamento di migliaia di persone. Solo per fare un esempio, l'ordinanza del 7 giugno 1942 stabilì che tutti coloro i quali avessero abbandonato i comuni di residenza per unirsi ai ribelli sarebbero stati iscritti in apposite liste, compilate da ogni comune. Le famiglie degli iscritti sarebbero state considerate ostaggi e deportati. I beni degli iscritti alle liste sarebbero stati confiscati o venduti al miglior offerente. I capovilla di ogni villaggio dovevano tenersi a disposizione dell'autorità civile e militare e contribuire alla ricerca e l'identificazione degli iscritti nelle liste. In caso di colpevole negligenza anch'essi sarebbero stati passati per le armi. Tanti croati finirono nei campi della morte di Rab e Gonars dove trovarono morti orrende. Tanti altri vennero trucidati nelle feroci repressioni portando con se anche le famiglie perse ad ostaggio. Il numero delle vittime delle repressioni italiane in Dalmazia è tuttora sconosciuto. Stessa sorte toccò ai ribelli del Quarnaro dove da Fiume guidava la repressione il prefetto attilio orsarri . Uno dei tanti documenti riporta un attacco nel comune di Primano,0 dove orsarri afferma che il suo battaglione aveva incendiato 5 villaggi e fucilato i civili, ad Opatija ( Abazia) il 6 giugno 1942 vennero fucilate 12 persone e deportate altre 131. nello stesso giorno un paesino a soli 9 km da fiume fu bruciato e gli abitanti fucilati.. ma gli esempi sono centinaia anche in Quarnaro.

Tantomeno scampò ai massacri il montenegro dove il feroce e pazzo pirzio biroli aveva a disposizione 6 divisioni e una squadriglia di aerei, per attuare i più grandi massacri, anche qui non ancora quantificati :

Montenegro il generale pirzio biroli che fu tra i peggiori criminali, incitava così le proprie truppe con un opuscolo destinato a soldati di stanza nel Montenegro . 
Si legge nel documento: 
Odiate questo popolo, è quel medesimo popolo che abbiamo combattuto per secoli sulle sponde dell'Adriatico. Ammazzate, fucilate, incendiate e distruggete questo popolo. 
La gloriosa divisione Alba incendiò interi villaggi e massacrò gli abitanti. 6 villaggi vennero bruciati nella zona di Čevo. testimoni raccontarono crimini orrendi, bambini uccisi dagli alpini come a un tiro al piccione. Tra le misure impiegate dai comandi militari vi furono anche i bombardamenti dell'aviazione contro villaggi e piccole cittadine il 3 agosto 1941.
Gli aerei distrussero i villaggi Skrbuse, Matesevo e Jablan Brdo
Il 2 dicembre 1941 i reparti del Regio Esercito irruppero nel villaggio di Pljevlja fucilando sul posto 74 civili e passando per le armi anche tutti i partigiani catturati. Il 6 dicembre l'esercito regio dispose un'ampia azione di distruzione dei villaggi: Causevici, Jabuka e Crljenica, che vennero bombardati e dati alle fiamme mentre tutti i civili catturati furono trucidati sul posto. Il 14 dicembre vennero fucilati 14 contadini nel villaggio di Drenovo, mentre nei villaggi di Babina Vlaka, Jabuka e Mihailovici vennero uccise 120 persone, tra cui donne e bambini, e incendiate 23 case. Su questi eccidi scriverà anche Tito nelle sue memorie:
Tutte le azioni compiute dalle truppe rispondevano alle direttive generali degli alti comandi militari e all'indirizzo voluto dalle autorità d'occupazione d'intesa con il governo di Roma. Tali direttive, nella pratica, si traducevano nel perentorio ordine di commetterei più efferati crimini su popolazioni civili. In quelle zone sperdute scomparvero centinaia di persone senza che mai più nessuno ne abbia avuto memoria.
E' Bene ricordare che le 10 divisioni del esercito italiano che controllavano il piccolissimo stato del Montenegro erano: 18° divisione messina, divisione reali carabinieri, regia polizia, regia guardia di finanza, cacciatori delle alpi, divisione emilia, divisione taro, divisione pusteria, divisione puglie, divisione venezia. 
 Il possente esercito italiano tolto dal importante frone africano, aveva di fronte bande di guerriglieri sotto la guida del colonnello dei cetnici Dragoljub Mihailovic che riuscì per un breve primo periodo a scacciare gli italiani. 
Il numero degli eroi Montenegrini che combattevano per liberare la loro terra non è conosciuto, ma diedero del filo da torcere al potente esercito invasore.
Tra il febbraio e l'aprile 1942 i battaglioni alpini "Ivrea" e "Aosta" operarono una serie di rastrellamenti nella zona delle Bocche di Cattaro, fucilarono i civili catturati e bruciarono 11 villaggi Bjelske, Krusevice, Bunovici, Gornje Morinje, Repaj, Zlijebi, Gornje Djurice, Sasovici, Kuta, Presjeka, Lastra, Kameno e Bakoci. 
 Il 7 maggio 1942 a Cajnice, si era verificato un attacco partigiano a seguito del quale erano morti alcuni soldati italiani, il generale del regio esercito, esposito, ordinò l'esecuzione dei 70 ostaggi che riuscirono a catturare tra la popolazione civile, seguendo le indicazioni dettate da Pirzio biroli che il 20 giugno fece fucilare 95 civili . Il 25 giugno a Cettigne in rappresaglia ad un attacco partigiano, furono fucilati 30 civili, i soli che riuscirono a catturare. 
Ben presto le regioni occupate si svuotarono, i più deboli catturati o uccisi e chi poteva scappava alla macchia. Non è possibile un resoconto completo sul numero delle vittime e dei danni che l'esercito italiano ha fatto in Montenegro. 

Dai documenti redatti dall'Alto Commissario emilio grazioli , ma anche da quelli dei generali roatta, robotti, orlando e gambara, emerge un conflitto che non si limita alla repressione contro il Fronte di Liberazione, ma che parte da una diversa visione politica del rapporto tra vincitori e vinti, tra razza dominatrice e popolazione assoggettata: quindi marcatamente razzista. 
Questo era ciò che diceva il generale orlando:
Occorre eliminare: tutti i maestri elementari, tutti gli impiegati comunali e pubblici in genere, tutti i medici, i farmacisti, gli avvocati, i giornalisti, i parroci, gli operai,
Orlando, intendeva l'eliminazione della massa attraverso la deportazione di migliaia di uomini nei campi di concentramento. 
 Viene anche adottata la politica della fame e della rapina, che consisteva nel privare le popolazioni di ogni bene di sopravvivenza, cibo, vestiario, riscaldamento. Questo metodo                            ideato dal gen. danioni e praticato da tutti i comandanti italiani, permetteva di appropriarsi di beni e di uccidere senza sforzi le popolazioni balcaniche. 

L'intento italiano mai confessato era quello di svuotare i Balcani delle loro popolazioni e sostituirle con genti italiche. 

Ancora oggi sento discorsi lamentevoli di persone che vorrebbero rivendicare il possesso italiano dei Balcani .....  subito un brivido gelato mi corre lungo la schiena !!!


Tanti italiani, ancora animati da un insensato nazionalismo, rifiutano la conoscenza del loro vero passato perché rifarebbero tutto, sperando di avere più fortuna.
A molti non importa se sono stati commessi crimini, non li condanneranno mai.... anzi !!
Rimangono sempre le solite ignoranti pretese di allora…. i retaggi di un risorgimento falso e criminale. ... "quelle terre erano nostre"....  ho sempre sentito dire da molti italiani di ogni età ed istruzione..."l'unico che si è fatto valere è stato mussolini, ma poi ha sbagliato alleato" .. Questo è un pensiero molto diffuso, in questa Italia del 3° millenio... sempre meno europea. 
Se domani ci fosse l'opportunità gli italiani tornerebbero di nuovo tutti fascisti. 
Abbiamo distorto la realtà perché non vogliamo ammetterla ma sopratutto non vogliamo condannarla. Nessuna presa di coscienza, perché non importa quasi a nessuno.... 

Ecco il discorso pronunciato al Teatro Ciscutti di Pola (Oggi Croazia) da Benito Mussolini il 20 settembre 1920, dando inizio alle brutali violenze contro le popolazioni slave del Istria: 
 «Qual è la storia dei Fasci? Essa è brillante! Abbiamo incendiato l’Avanti! di Milano, lo abbiamo distrutto a Roma. Abbiamo revolverato i nostri avversari nelle lotte elettorali. Abbiamo incendiato la casa croata di Trieste, l’abbiamo incendiata a Pola…»…«Di fronte a una razza come la slava, inferiore e barbara, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. 
I confini italiani devono essere il Brennero, il Nevoso e le Alpi Dinariche della Dalmazia. Il nostro imperialismo vuole raggiungere i giusti confini segnati da Dio e dalla natura, e vuole espandersi nel Mediterraneo. Basta con le poesie. Basta con le minchionerie evangeliche»
.... potrebbe sembrare un discorso assurdo e pazzesco, frutto di un regime violento, ma ancora oggi avrebbe un grande seguito.....   


Tratto dal libro "Eroi o Criminali?" di Booksprint Edizioni. Autore Giovanni Consigli





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